Al momento non conosco la tua situazione nello specifico, non so se tu sia un istruttore o il proprietario di un club, ma di una cosa sono certo: è un tema importante su cui vorrei ti sensibilizzassi perché a prescindere dalla tua posizione, il tuo contributo è sicuramente vitale.
Se sei il proprietario del tuo centro, leggilo come se fosse il siero antiveleno per sopravvivere a questo momento drammatico.
Se sei invece un istruttore e pensi che la cosa non ti riguardi, se vuoi continuare a ricevere lo stipendio tutti i mesi è vitale che tu dia il tuo contributo. Oltre chiaramente al discorso etico di darci una mano l’un l’altro in questa difficile situazione
Siamo appena usciti da una situazione che aveva del surreale: due anni di pandemia, gran parte dei quali passati letteralmente chiusi in casa senza vedere la luce in fondo al tunnel. Abbiamo dovuto stringere i denti per ventiquattro mesi, tra banchi a rotelle, tamponi e l’eterna lotta vax contro no vax. Là fuori i moderni sostenitori dei diritti umani lottavano contro l’oppressione di chi ci imponeva a tutti i costi un vaccino non testato, mentre i tutori della salute pubblica si sono trovati a dover combattere un complotto ideologico, oltre ad un virus letale (come se già non bastasse quello da solo). Noi invece, nel chiuso dei nostri centri (letteralmente chiusi), dovevamo pensare a come pagare il prossimo affitto.
Avevamo appena iniziato a vedere finalmente la fine di una crisi, tra le peggiori in assoluto. Anzi, addirittura nell’ultimo periodo, stappavamo tutti le migliori bottiglie, perché finalmente le persone sembravano tornare in massa nei nostri centri. E invece no. Un altro nemico si stava per abbattere su di noi.
Ho tenuto una live all’intento del mio podcast (che ti invito a seguire su Youtube, trovi le informazioni qui)
Ho riunito per l’occasione i migliori Trainer Cross Cardio del panorama italiano, in veste di proprietari di centri fitness, che stanno cercando con le unghie e con i denti di far fronte alla crisi che si sta abbattendo sul nostro settore e non solo.
Abbiamo parlato per più di un’ora, abbiamo affrontato la situazione e cercato di capire quale soluzione ognuno di loro avesse messo in atto per poter festeggiare il prossimo compleanno del proprio centro.
Ho avuto la fortuna di riunire un gruppo eterogeneo di situazioni: da chi ha una boutique con solo sala corsi e spogliatoio, a chi possiede tre centri con parecchie migliaia di iscritti ciascuno. Stesso problema, in proporzioni differenti.
Ognuno ha portato la propria situazione, e la cosa bella è stata che nessuno di loro lo abbia fatto con lo scopo di lamentarsi di un problema ormai lapalissiano.
È stato un dibattito davvero molto costruttivo, da cui sono uscite davvero moltissime soluzioni interessanti.
Si è parlato di come ridurre gli sprechi di corrente, di come poter aumentare le entrate di ogni centro, di come anche un momento come questo possa rivelarsi positivo per rendere possibile un cambiamento di paradigma del nostro settore.
Ti riporto qualche soluzione che è emersa, giusto a titolo di esempio, perché quello che mi preme passarti è il tipo di forma mentis, molto più importante delle soluzioni specifiche.
Sai come si dice, dai un pesce a un uomo e lo sfamerai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo sfamerai per tutta la vita.
Ma a parte le divagazioni filosofiche, ogni soluzione è specifica per chi l’ha proposta, perché dipende dalle dimensioni del proprio centro, dal fatto di essere o meno proprietari dei muri, e da altri fattori troppo specifici per essere adattati alla tua situazione. In ogni caso, se ti interessa conoscerle tutte nello specifico, ti rimando alla visione del podcast, che trovi a questo link
A livello concettuale, una delle cose sicuramente più importanti che è emersa da tutti è innanzitutto la necessità di ridurre i consumi, ma prima ancora gli sprechi. Inutile parlare del risparmiare sui normali utilizzi, quando ci sono ogni giorno dei grandissimi sprechi che potrebbero e dovrebbero essere combattuti sin da subito.
Un esempio?
Il nostro Simone ha portato alla luce (è proprio il caso di dirlo) il fatto che nella stragrande maggioranza dei centri gli spogliatoi siano del tutto privi di luce naturale. E ci sta, per questioni di privacy non è il caso di mettere finestre che permettano la visione da fuori.
Il problema però sta nel fatto che tutto il giorno, per tutto il tempo che il club rimane aperto, le luci siano sempre costantemente accese. Se ci pensi bene, ci sono orari della giornata (come a metà mattina o durante il pomeriggio) in cui l’affluenza è veramente bassa, e tenere le luci accese in quei momenti significa davvero buttar via parecchie centinaia di euro per qualcosa che nessuno sfrutta.
La soluzione ovvia è stata quella di mettere delle fotocellule che accendano le luci solo al passaggio delle persone, altrimenti rimangono spente.
Stesso discorso vale per i temporizzatori nelle docce, che impediscono che vengano lasciate aperte per troppo tempo.
Sono stai trovati poi dei modi alternativi di produrre corrente e calore: per esempio alcune palestre si stanno dotando di riscaldamento a pellet, mentre altre che possono investire capitali maggiori hanno optato per il fotovoltaico.
Come vedi soluzioni altamente specifiche che dipendono molto dalla realtà che vivi ogni giorno nel tuo club.
Così come altamente specifica è la soluzione messa in atto per aumentare le entrate economiche. Centri piccoli hanno completamente eliminato abbonamenti di lunga durata come gli annuali, necessitando di un flusso di cassa continuo ogni mese. Altre realtà più grandi invece hanno scelto la soluzione opposta, perché necessitano di somme più cospicue per affrontare tutte le spese.
Altro punto interessante è stato il cambio di paradigma che molti centri hanno adottato, per adattarsi alla situazione.
Sai come si dice, non sopravvive il più forte o il più grande, ma chi sappia adattarsi meglio.
L’utenza delle palestre preferisce fare i corsi piuttosto che allenarsi in sala pesi, e questo è risaputo. Molti club hanno cavalcato quest’onda e hanno deciso di apportare cambiamenti strutturali, riducendo le dimensioni della sala pesi, eliminando macchinari costosi e che consumano parecchia corrente, in favore di un ampliamento della sala corsi e di conseguenza dell’offerta in termini di palinsesto.
Addirittura qualcuno ha deciso di introdurre il modello che noi proponiamo da anni, ovvero quello degli Small Group. Allenamenti a pagamento di piccoli gruppi di persone, che permettono all’utente singolo di risparmiare e al club di incassare di più.
Perché una cosa che dobbiamo tenere in considerazione in tutto questo è che il caro bollette non colpisca solo i centri fitness. A tutti è stato recapitato nella casella della posta un conto più salato, e giustamente le riflessioni che stiamo facendo noi con l’ottica business le fanno anche i nostri clienti nell’ottica della loro economia domestica.
È per questo motivo che non ha senso alzare i prezzi degli abbonamenti, a meno che lo scopo non sia quello di ridurre i consumi facendo andare via le persone.
Sul fronte interno invece dobbiamo assolutamente valorizzare le risorse migliori, e in un periodo come questo dobbiamo a maggior ragione investire nella formazione e nel riconoscimento anche economico dei talenti migliori. Perché ricordiamo che se gli istruttori migliori vanno via, forse è stata anche colpa nostra non essere riusciti a motivarli abbastanza per rimanere con noi.
Ovviamente si richiede uno sforzo anche a loro, un aiuto in termini di flessibilità, ma soprattutto nel diventare ambassador di una filosofia che oggi più che mai è cruciale per la sopravvivenza di tutti. Per cui mi rivolgo agli istruttori: cercate di sensibilizzare le persone al corretto utilizzo delle strutture, e alla lotta agli sprechi, cercando di essere voi per primi gli esempi viventi di questo modus operandi.
In ogni caso, a prescindere dalla soluzione adottata nello specifico, quello che è emerso e che a parer mio è l’unico modo che abbiamo per affrontare la crisi, è lo spirito con cui si sta affrontando la situazione. La resilienza, di cui ti ho parlato in questo articolo (link), che caratterizza il mondo dello sport e che ne è forse l’icona più celebre e dalle note talvolta romantiche.
È proprio per questo che, a parer mio ma non solo, dovremmo sensibilizzare le persone a tornare in palestra ed allenarsi. Non tanto per permettere ai centri di sopravvivere, che senza finti moralismi rimane il nostro focus principale. Rimane sempre il fatto che lo sport e la palestra, si sa, siano una vera e propria scuola di vita in cui formare il proprio carattere, situazione da sfruttare per prevenire la necessità di richiedere il bonus psicologo in un periodo come questo.
E tu? Qual è la tua situazione? Sei un proprietario di un centro o un istruttore? Come stai affrontando questo periodo? Scrivimelo nei commenti, mi piacerebbe che questo dialogo continuasse, perché solo grazie allo scambio di opinioni costruttive si può crescere insieme. E come ci insegna lo sport stesso, il gioco di squadra è l’unico modo per vincere qualsiasi partita.
Jairo