E invece, devo dirti che è così. Ognuno di noi ha 3 cervelli, con una propria attività indipendente e cooperano per permetterci di vivere nel mondo e interagire con esso.
(Poi la qualità del loro utilizzo non è uguale per tutti, ma per lo meno li abbiamo ;P )
La paternità di questa scoperta è del neuroscienziato americano Paul McLean, che tra gli anni ’70 e gli anni ’90 ha fatto numerosissimi studi sull’encefalo ed ha elaborato la sua teoria, che peraltro ha senso anche dal punto di vista evoluzionistico.
Tra poco capirai perchè…
Il primo dei tre cervelli è quello localizzato nel tronco encefalico. Prende il nome di cervello rettiliano perché è quello in cui hanno sede le funzioni più istintive e le funzioni corporee autonome. È qui che vengono elaborati istinti come la conquista del territorio, i comportamenti non verbali (linguaggio del corpo) e la loro lettura.
È questo il cervello che legge, senza che ce ne accorgiamo, i segnali non verbali che le persone intorno a noi ci mandano, e li interpreta in un’ottica di gerarchia sociale, di accoppiamento e di reazione attacco-fuga.
È la parte meno razionale, che ci fa agire d’istinto. La parte più primitiva, ma è anche quella che in termini evoluzionistici ci ha permesso di sopravvivere.
Abbiamo poi il cervello mammifero, strettamente collegato a quello rettiliano. Si trova collocato nel sistema limbico, ed è quello che si occupa delle emozioni e dei sentimenti.
Viene chiamato mammifero perché, essendo legato ai sentimenti, ci permette di provare empatia e prenderci cura degli altri, atteggiamento tipico dei mammiferi.
È la parte più “calda”, quella che si emoziona di fronte alle persone o alle cose.
L’ultimo dei tre cervelli è invece la neocorteccia. È quello che si è sviluppato in tempi più recenti, e ci distingue dagli animali in quanto è la sede dei ragionamenti logici e razionali.
Ci permette di articolare il linguaggio, ma soprattutto di immaginare il futuro e ragionare per ipotesi, consentendoci di ragionare per il principio di causa-effetto.
Ti è piaciuto lo spiegone neuroscientifico? Benissimo!
“Si ma quindi? Tutto bello eh, però io che me ne faccio?”
Sono sicuro che ti starai facendo questa domanda.
Conoscere questa teoria credo sia davvero importante, perché ci permette di capire come vada ad agire il nostro allenamento sulla mente delle persone.
Il mistero s’infittisce. Ora cerco di spiegarti.
Abbiamo detto che il cervello rettiliano è la sede degli istinti e legge il linguaggio del corpo e le gerarchie sociali.
È su questo che andrà ad agire il tuo linguaggio del corpo, l’atteggiamento e le posture che avrai durante la lezione, l’esecuzione di movimenti ampi e importanti, la velocità ed il tono con cui spiegherai e tutti quei fattori a cui finora probabilmente hai dato poco peso, ma che sono fondamentali.
È infatti tramite questi che il tuo cliente (inconsciamente) ti valuta e si fa un’opinione di te.
Hai presente quando dici “quello non so perché ma secondo me è bravo, mi ispira fiducia”.
Oppure “ma và, non lo conosco ma non mi sembra in grado, così ad occhio”.
Ebbene, queste valutazioni sono il frutto dell’elaborazione razionale di un pensiero fatto proprio da questo cervello, in base ai fattori che abbiamo visto poco fa.
Poi chiaramente non è detto che queste valutazioni rispecchino la realtà dei fatti, ma sicuramente possono pregiudicare la fiducia da parte di molte persone nei tuoi confronti.
E a quel punto, che siano valutazioni fondate o meno, poco importa.
Il secondo cervello, quello mammifero, è quello coinvolto nelle emozioni.
Hai presente l’energia che ti dà partecipare ad una classe in cui tutti si divertono, ci sia entusiasmo e l’istruttore riesca a trascinare le persone con il suo carisma? Ecco, sto parlando proprio di questo.
Terza, ma non di certo per importanza, abbiamo la parte razionale, elaborata nella neocorteccia.
Questa è deputata a recepire le istruzioni, apprendere i movimenti, elaborarli, eccetera eccetera. Tutta la parte cognitiva della lezione, ovvero la famosa punta dell’iceberg. Quella parte che il tuo cliente riesce a percepire e a razionalizzare, ma che subisce una fortissima influenza dalla parte sommersa che abbiamo osservato finora.
Ecco, questo è esattamente come il tuo lavoro sia sempre dipeso dai tre cervelli, ma tu non lo sapevi. Ora lo sai, e se sei un istruttore o un’istruttrice serio/a che tiene alla propria professionalità, non puoi più permetterti di ignorare come i tuoi allievi imparino da te.
Puoi anzi decidere di imparare al meglio, e fare quel salto di qualità che ti possa garantire tutta la differenza del mondo.
Hai presente la differenza tra quegli istruttori carismatici che hanno le classi sempre piene, e quelli un po’ “smortini” che invece hanno due persone in croce presenti solo perché a quell’ora non ci sia altro?
Ecco, sta proprio in questo.
E puoi decidere se continuare ad ignorarla e tralasciare un game changer pazzesco, oppure di iniziare a studiarla e approfondirla con noi, e diventare finalmente l’istruttore che hai sempre voluto essere.
A te la scelta.
Ti lascio qui sotto il link delle nostre formazioni, in cui affrontiamo in maniera approfondita tutti questi aspetti, per offrirti gli strumenti per diventare, anche da questo punto di vista, un vero Personal Trainer 2.0
A presto
Jairo